ROCCHETTA DI PRENDÈRA – Gruppo Rocchette-Becco di Mezzodì

Il gruppo delle Rocchette-Becco di Mezzodì prolunga lo spartiacque naturale della Croda da Lago per scendere poi sulle verdi alture che si abbassano fino alla Forcella Roan e poi riallacciarsi con slancio ai primi contrafforti del versante nord del Pelmo. Le Rocchette attirano l’attenzione del più attenti escursionisti, affascinati anche dalla bellezza delle aree circostanti. In contrasto ai sentieri molto battuti, in particolare l’Alta via delle dolomiti n° 1, troveremo poche tracce che arrivano sul culmine di questo anfiteatro roccioso; la progressione non oppone grossi problemi ma distanza e dislivello non sono da sottovalutare. 

Si parcheggia sul grande spiazzo sassoso qualche tornante sotto il Passo Staulanza (versante Val Fiorentina m 1663). Ci incamminiamo per la strada forestale di accesso al Rifugio Città di Fiume (sentiero 467). Attraverso il bosco di abeti, con regolare pendenza, arriviamo nei pressi della Malga Fiorentina (m 1799), e successivamente ai terrazzamenti superiori dove sorge il piccolo e grazioso Rifugio Città di Fiume (m 1918). Si prosegue sul lato occidentale del Col de la Puina, con qualche saliscendi e ancora all’ombra delle piante boschive già identifichiamo le montagne che abbiamo intorno, compresa la nostra meta. Rimaniamo sulla strada e caliamo leggermente di quota fino alla Forcella Roan (m 1999). Ora lo spazio è più aperto e nei liberi alpeggi incontreremo numerose bestie al pascolo, padrone incontrastate di questi prati. Dalla forcella il percorso riprende velocemente quota con il panorama che si fa più largo e sorprendente con la magnifica vista sul Mondeval, le erte Rocchette e la stessa Conca di Prendèra. Raggiunta la Malga (C.ra Prendera m 2148) proseguiamo ora sul segnavia 436 fino a raggiungere la forcella Ambrizzola (m 2277), importante snodo di sentieri e di gruppi montuosi. In questo periodo gli escursionisti arrivano soprattutto dal Rifugio Palmieri e proseguono in direzione sud sul percorso dell’Alta Via n°1. Da qui, dopo una meritata sosta, i più allenati possono proseguire sulla traccia che taglia orizzontalmente le prime ghiaie della grande frana che caratterizza il Becco di Mezzodì. Seguendo con attenzione gli omini segnavia continuiamo sulla colata di macerie fino alla base delle pareti rocciose. Il percorso rimane sempre facile e intuitivo fin sopra la sella tra il Becco e la Rocchetta di Prendèra. Da qui molto agevolmente puntiamo il pendio sassoso sulla linea di salita migliore fino a raggiungere la croce della cima (m 2496). La via di discesa ripercorre a ritroso il percorso appena fatto in modo da ricomporre il gruppo e rientrare tutti insieme fino alle macchine. 

Cartografia: carta TABACCO 025

 proposta da:

Vito Bissoni (345 9148730)